Sopraelevazione abusiva, lesa la visuale sul panorama: scontro col Comune

Sopraelevazione abusiva realizzata dai titolari di un ristorante. A lamentarsi è il proprietario dell’immobile che si trova a pochi metri dalla struttura commerciale e che ha perso, in sostanza, buona parte della visuale che aveva sullo splendido panorama. Consequenziale è il contenzioso non solo con l’azienda ma anche col Comune. In discussione l’ipotesi di un risarcimento, su cui dovrà decidere il giudice ordinario, e non quello amministrativo.

Comportamento. Secondo il proprietario del «prestigioso immobile» è evidente la violazione edilizia compiuta dalla società, ma è altrettanto evidente anche la superficialità del Comune che, a suo dire, «avrebbe omesso di ordinare ed eseguire la demolizione» della «sopraelevazione abusiva» realizzata sulla struttura che ospita il ristorante.
Ecco spiegata, quindi, la richiesta di «risarcimento» per il danno rappresentato dalla «perdita del panorama», ‘coperto’ ora dall’abuso edilizio.
Secondo il Comune, però, la questione non può essere affrontata in Tribunale, essendo competente invece il giudice amministrativo. Ma questa visione viene ritenuta non corretta dalla Cassazione, che sancisce invece che legittimamente la vicenda è affidata alle valutazioni del giudice ordinario.
Per i magistrati di Cassazione, difatti, «ciò che viene posto a fondamento della domanda risarcitoria non è la mancata adozione di provvedimenti amministrativi discrezionali, ma il comportamento materiale dell’amministrazione comunale, consistente nella mancata demolizione delle opere abusive» realizzate dalla società proprietaria del ristorante (Cassazione, ordinanza n. 25978, sezioni Unite Civili, depositata il 16 dicembre 2016).
In sostanza, il Comune ha «omesso di porre in essere un comportamento materiale – la demolizione – che sarebbe stato idoneo, di per sé, ad eliminare il danno» relativo alla «perdita di panorama».

Fonte: www.dirittoegiustizia.it

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